STORIA
L'edificio fu costruito nel Settecento dal canonico Giuseppe Simioli, professore di teologia al Seminario Arcivescovile di Napoli, che vi ospitava spesso uomini valenti nelle lettere e nelle arti, come Bernardo Tanucci e Luigi Vanvitelli. Nell'Ottocento la villa passò alla famiglia Ferrigni. Nel 1836 Antonio Ranieri, cognato del proprietario Giuseppe Ferrigni, vi ospitò l'amico Giacomo Leopardi, il quale vi soggiornò fino a poco prima della morte (che avvenne a Napoli), e ivi scrisse diversi Pensieri, Il tramonto della lunae La ginestra, lirica da cui la villa prese il nome.
Dopo l'avvicendarsi di diversi proprietari ed alcuni anni di incuria, la villa è stata acquistata dallo stato nel 1962 per l'Università di Napoli Federico II, che l'ha data in comodato all'Ente per le ville vesuviane. Restaurata grazie al Centro Studi Leopardiani di Recanati, è destinata ad ospitare eventi culturali e di celebrazione dell'opera di Leopardi.
Dal 2006 è sede del Premio leopardiano La Ginestra che viene assegnato a personalità che con i loro studi si sono distinte nell'analisi, nell'approfondimento e nella divulgazione della poesia di Giacomo Leopardi.
CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE
Nonostante sia molto discosta dal mare e non presenti alcuna delle caratteristiche che accomunano gli edifici settecenteschi del miglio d'oro, Villa delle Ginestre fa parte delle ville vesuviane che fiancheggiano il tratto di strada lungo la Strada Regia che va da San Giovanni a Teduccio fino a Torre del Greco. La residenza vesuviana che ospitò Giacomo Leopardi negli ultimi mesi di vita sorge ai piedi del colle dei Camaldoli di Torre del Greco (denominato Colle di Sant'Alfonso), nella zona circostante chiamata appunto “Leopardi”, proprio in memoria del poeta recanatese. Ai lati della villa, Giuseppe Ferrigni, a scopo ornamentale, fece piantare due cipressi, uno dei quali è ancora in vita.
L'edificio è caratterizzato da una semplice planimetria a pianta quadrata, sviluppata su due livelli. Nel 1907 fu aggiunto su tre lati un portico, di impronta architettonica neoclassica, con colonne doriche sulle quali poggia una enorme e panoramica terrazza, affacciata da un lato sul vulcano e dall'altro sul golfo di Napoli.
Dopo il restauro del 2012,[1] la villa è aperta al pubblico dei visitatori con la tutela dell'Ente delle Ville Vesuviane che si propone di renderla scenario di eventi culturali, di promozione letteraria, e di celebrazione del retaggio e dell'opera di Giacomo Leopardi.