Datata al I secolo d.C., in quel periodo in cui la costa del golfo di Napoli era uno splendore di lusso e architetture greco – romane, la villa romana è il piccolo tesoro che anche la costa torrese nasconde. In origine la villa si sviluppava su tre piani e quello attualmente evidente è il piano intermedio.
Diari e cartine di scavo ci dimostrano che l’area totale della villa si estendeva fin sopra il ciglio stradale dell’attuale via Nazionale, quella che un tempo portava il nome di Via Regia delle Calabrie, mentre dalla parte del mare dovevano trovarsi ninfei di cui resta un’unica parete appartenente a quello che nel tempo è stato considerato un impianto termale ma che verosimilmente è riconducibile ad un altro complesso abitativo.
L’area all’origine, come ci dimostra un dipinto dell’Ottocento era un piccolo paradiso affacciato sul mare. Le terme sul mare e la residenza estiva di età giulio – augustea sulla costa. Da qui la denominazione di villa Giulia confermata da un passo del “De Ira” di Seneca dove si fa riferimento ad una splendida villa affacciata sul mare fatta distruggere da Caligola perché vi era stata relegata sua sorella Agrippina per volere di Tiberio.
L’archeologia conferma tale ipotesi con il ritrovamento di tegole con bolle recanti il nome di Hyacynthus Juliae Augustae, ovvero un liberto di Giulia Augusta, che ci permettono di datare con certezza la villa nel I sec d.C.
Una grande sala absidata di 12 per 19 metri, con tre ingressi che probabilmente davano ad un giardino con quadriportico, ossia un porticato che si estendeva su quattro lati, che per dimensioni e ricchezza di decorazione marmorea sembra interpretarsi come una grande sala di rappresentanza in cui si tenevano i privata consilia. Vitruvio accenna a basiliche private all’interno delle dimore dei personaggi più importanti della struttura sociale, che fanno pensare esattamente ad ambienti come il grande salone di Villa Sora, che ritroviamo, ad esempio nella Villa San Marco a Stabiae.
Il colore azzurro presente sulle pareti affrescate in terzo e quarto stile Pompeiano, tipico dell’età augustea , è un ulteriore conferma del prestigio della villa. L’azzurro non era altro che un effuso del lapislazzulo, materiale costosissimo accessibile a pochi. La villa in realtà faceva parte della periferia di Ercolano, Torre del Greco non esisteva ancora come città autonoma all’epoca. Inoltre era lontana dalla centro, essendo una villa d’otium si preferiva location fuori dal caos cittadino.