Chiara Invitti. Questo è il nome della fortunata donna che abitò queste stanze.
Donna Chiara sposò il Gurgo nei primi del ‘700 e qui venne a risiedere per un lungo periodo.
Alla villa si accedeva grazie ad un lungo viale che si apriva sulla Strada Regia. Appena poco lontano dal centro abitato la villa, posta lungo un asse primario, godeva del grande e suggestivo panorama del golfo, da un lato e del Vesuvio dal- l’altro.
Oggi la costruzione, fatiscente e cadente appare abbandona- ta e ovunque le grandi ferite del tempo segnano il monu- mento in modo forte. Un esempio di architettura settecente- sca abbandonato. Un altro rudere alla memoria di un passa- to segnato dal gusto del bello, dell’equilibrio delle forme in un contesto ambientale ricco ed unico.
L’antica Villa conserva lo schema tipico dell’e- poca che vedeva il quartiere (o sezione abitati- va) accostata alla parte rurale. In questa con- fluivano le attività lavorative della terra e del mare. Qui si accudiva agli animali dell’aia e agli stessi per la trazione dei carri e dei calessi.
Fiorente attorno alla villa il lavoro del frutteto e della vinificazione.
Oggi si conservano ancora in buono stato le antiche cantine con le ampie volte. Si possono osservare infatti nella parte seminterrata del fabbricato le antiche condotte e l’area del tor- cular. Residui di botti attestano la destinazione d’uso dei locali.
L’edificio si sviluppa su due piani ed uno inter- rato che guarda il lato mare. Proprio da questo lato si sviluppavano al primo piano ampi terraz- zi che permettevano agli abitanti la villa di po- ter godere al meglio il panorama sul golfo.
Più oltre e più in basso verso l’attuale via Mor- telle un corpo di fabbrica distaccato dall’edificio maggiore, doveva accogliere parte della servitù e forse una piccola stalla. Qui si possono osser- vare ancora le vestigia di antichi pozzi, scavati nel contesto della lava del 1631.