Villa Angelica e Palazzo del Salvatore

Costruita ai primi del ‘700, se non prima, fu abitata per oltre un trentennio dall’ambasciatore inglese William Hamilton

Data di pubblicazione:
25 Gennaio 2019
Villa Angelica e Palazzo del Salvatore

La Villa si trova precisamente al civico 978 della via Nazionale, la strada Regia delle Calabrie che comprendeva il famoso Miglio d’oro, dove un tempo sorgevano ville di principi, di ricchi possidenti ed alti prelati.

Costruita ai primi del ‘700, se non prima, fu abitata per oltre un trentennio dall’ambasciatore inglese William Hamilton. Precisamente Sir Hamilton vi dimorò dal 1767, anno di una tremenda eruzione, per poter effettuare le sue escursioni al Vesuvio o fare osservazioni con i suoi potenti cannocchiali provenienti dall’Inghilterra. Sir William Hamilton, per poter meglio osservare il Vesuvio, prese in affitto da Scherini, un ricco possidente di Torre del Greco, di origine napoletana, una isolata villa di campagna, la futura Villa Angelica, sulla Via Regia. Da una ricerca di Giovanni Salvatore all’Archivio di Stato in Napoli, risulta che la proprietà così individuata apparteneva a Giacomo Scherini, morto il 20 maggio 1784. Poi, la villa di campagna dal 4 ottobre 1768 fu chiamata da Sir Hamilton “Villa Angelica”.

Angelica Kauffmann era una famosa pittrice, molto stimata dalla Regina Maria Carolina. Non si può negare l’ipotesi che Kauffmann abbia dimorato, seppure brevemente, nella Villa Scherini. Sir Hamilton conobbe Angelica Kauffmann nel luglio 1786, allorché l’ambasciatore inglese la convocò a Palazzo Sessa per un quadro ad Emma Lyon Hart che diventerà sua moglie. L’artista raffigurò la futura Lady Hamilton nella veste di una Musa.

Così Villa Angelica divenne la meta obbligata per molti inglesi ospiti del loro Ambasciatore; tra questi lo storiografo della musica e compositore Charles Burney, Lord Herbert figlio del conte di Pembroke e il ricchissimo bibliofilo e poeta William Beckford. Poi, la villa passò alla famiglia Salvatore, nucleo cospicuo e benestante di Torre Annunziata dell’epoca. Non si sa con precisione quando ciò avvenne. Probabilmente il trasferimento di proprietà si deve ai dissesti della famiglia Scherini e a causa delle forti divisioni o per i profondi rivolgimenti sociali che susseguirono all’Unità d’Italia. A Torre Annunziata la nuova borghesia imprenditoriale si andava rivelando sempre più capace e soppiantava, così come avvenne, nell’attigua Torre del Greco, una vecchia e decrepita borghesia benestante. Probabilmente fu un certo signor Lorenzo Salvatore, figlio di Vincenzo, a comprare la villa che passò alla figlia Maria Luigia o Luisa che sposò Ciro Ilardi che fu - tra l’altro - l’ottavo sindaco di Torre Annunziata post – unitaria. Maria Luigia Salvatore, vedova Ilardi, morì il 24 febbraio 1922 nella sua abitazione, in contrada Palazzone. Nel testamento la signora Salvatore istituisce erede la Parrocchiale Chiesa di Santa Croce in Torre del Greco; inoltre vuole che ogni giorno festivo ecclesiastico nella Cappella di famiglia, Chiesa dell’Assunta al Palazzone fosse celebrata una messa secondo la sua intenzione. Vuole che dopo cinque anni dal suo decesso fossero distribuite dal suo erede lire 400 per 4 maritaggi da conferirsi a quattro donzelle povere, di buoni costumi che abitano a oriente delle vie Giacomo Leopardi e Gurgo nel Comune di Torre del Greco e nella parte di Torre Annunziata che è sottoposta all’Arcivescovo di Napoli. Si legge dai Registri che il 26 aprile 1936 la vecchia Cappella, forse in conseguenza delle ultime volontà della vedova Ilardi, fu elevata a Parrocchia con il titolo “Parrocchia dell’Assunta al Palazzone”. Il Palazzone era il più notevole palazzo su quel tratto di strada Nazionale che quando fu costruito s’elevava solitario, visibile a distanza. Il 1° aprile 1981 la Parrocchia dell’Assunta al Palazzone cesserà di esistere come tale e dipenderà dalla vicina Parrocchia del Buon Consiglio.

Il 22 marzo 1987 detta Cappella è passata dalla vecchia sede a quella attuale. Il nuovo locale era un tempo adibito a cantina. Il soffitto è ancora a botte, l’ingresso principale di stile bugnato, attraverso un ampio cortile, portava alla piccola e stilizzata scala con volta a crociera che ricorda vagamente il vicino Palazzo dell’Aurisicchio, il capo dei guardiacaccia del Re. La parte più interessante è il retro che dà sul giardino da cui si osservano un primo terrazzino e poi un altro al secondo piano.

 

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Lunedi 23 Maggio 2022