Terminata l’antica chiesa dell’invenzione della S. Croce, il 18 luglio del 1596 fu demolita una cappella, posta sul lato sinistro di essa, dedicata a S. Maria del Presepe, costruita mezzo secolo prima dai fratelli Sportiello. Al suo posto fu edificata la torre campanaria. E’ questa l’unica notizia giuntaci sull’origine di tale monumento che fu completato solo intorno al 1740. Il campanile è di stile barocco, anche se assume l’impronta di uno stile proprio della zona vesuviana, come si deduce dal materiale di costruzione e dalle analogie con altre torri campanarie presenti a Napoli, a Ercolano e a Vico Equense.
La torre campanaria ha una pianta ottagonale irregolare e si sviluppa in tre ordini, ognuno dei quali è realizzato in laterizi ed è circondato da una cornice di piperno che assume diverse modanature a secondo dell’ordine. Il magma vulcanico del 1794, distruggendo l’annessa chiesa, risparmiò il campanile, seppellendo solo l’ordine inferiore. Di questo, di cui non si hanno immagini, si riteneva che fosse, a differenza dei superiori, a forma di piede di torre, ma in un sopralluogo del Gruppo Archeologico Torrese si è constatato che l’ordine aveva le pareti perpendicolari, realizzate con soli riquadri di piperno. Esternamente il primo ordine si presenta articolato, oltre al bugnato di piperno, anche da aperture poste nelle quattro pareti maggiori, dove vi è l’ingresso e nello spazio frontale vi è apposta la lapide marmorea del primo centenario dell’eruzione del 1794.
L’ordine superiore presenta nell’apertura centrale l’orologio (quello che oggi vediamo fu realizzato nel 1968 dal comm. M. Garofalo in sostituzione dell’antico il cui schema è conservato in una stanzetta interna allo stesso campanile); in altre due aperture è collocato il carillon con le campane di cui la maggiore presenta la scritta <<+ DEUS E NICOLAUS ASTARITS DE NEAPOLI VERBUM CARO FACTUM ESTE ET HABITAVIT IN NOBIS AD MDCCLIII (1753)>> recante le immagini a rilievo della Croce, dell’Immacolata, di S. Gennaro e di S. Michele. La campana più piccola fu donata dal Re Ferdinando II di Borbone e porta la scritta <<+ MA MUNIFICENZA FERDINANDI II REGIS CONRI NEAPOLI ANNO DOMINI MDCCCL (1850)>> recante in rilievo l’Immacolata, S. Gennaro, la figura del Re e il campanile sormontato da una croce. Il campanile termina con una piccola lanterna realizzata alla metà del 1800. L’interno si evidenza per la struttura architettonica realizzata con laterizi, la quale risente del peso dei secoli. Subito dopo l’ingresso, nel pavimento è presente una botola in cui si intravede il primo piano seppellito dalla lava.