La confraternita aveva lo scopo di curare l’educazione spirituale degli iscritti, assisteva i suoi soci e dopo la morte garantiva loro sepoltura nella chiesa in quattro fosse comuni ricolme di terreno, dopodiché i resti di ognuno venivano riposti in due ossari sottostanti. Di questa confraternita, fra il 1778 ed il 1779, fu padre spirituale anche il beato Vincenzo Romano. Nel 1794, essendo aumentato il numero degli associati ed essendo disponibili cospicue somme di denaro, abbattuto l’oratorio, grossomodo sulla stessa area, ma ad un livello superiore per destinare i locali precedenti ad ossari, fu costruita una chiesa rivolta ad oriente, con doppia scala d’accesso all’esterno e due altari. Durante l’eruzione del giugno 1794, la lava, pur non invadendo la chiesa dell’Assunta, la danneggiò sopraffacendola e rendendola inservibile. Nel 1798, su progetto dell’architetto Di Nardo, ad un livello ancora più alto dei precedenti, fu costruita l’attuale chiesa con ampio salone annessa. Essa è preceduta da una rampa di scale, ha una sola navata e l’altare maggiore con statua lignea della Vergine Assunta recuperata dalla vecchia chiesa. Una scala consente di scendere nella vecchia chiesa di cui restano l’altare, le fosse per le sepolture, gli ossari ed un grosso macigno di lava fermatasi in prossimità dell’ingresso. Attraverso il salone annesso, i soci del Gruppo Archeologico Vesuviano “Mons. Nicola Ciavolino”, penetrando all’esterno, hanno constatato tra la colata lavica la presenza di vecchie case distrutte durante l’eruzione del 1794.